Cristiana Scolaro
membro del consiglio direttivo di Io non ho paura del lupo aps

Intervista a Cristiana Scolaro, membro del consiglio direttivo di Io non ho paura del lupo aps

Cristiana Scolaro, socia e membro del Consiglio Direttivo di Io non ho paura del lupo APS.

 

Come è iniziata la tua esperienza con i lupi? Perché proprio questa specie?

Ho conosciuto l’associazione Io Non Ho Paura Del Lupo grazie ad una campagna di fundraising che avevano lanciato nel 2018, ho iniziato a seguire le loro attività e ho preso parte ad un corso di monitoraggio sul lupo, specie che da sempre mi ha interessata particolarmente. Ho iniziato così a conoscere più da vicino questo animale cercandone i segni di presenza, posizionando fototrappole e appostandomi per cercare di osservarli. Mio padre mi ha trasmesso la passione per la montagna e per la fauna selvatica, portandomi fin da piccola a camminare nei boschi e a funghi, così ho imparato a riconoscere il canto e i versi degli uccelli, a leggere il bosco riconoscendo i segni di presenza degli animali, i sentieri di passaggio, le impronte, gli escrementi. Mi raccontava storie su tutti gli animali, specialmente sui cinghiali, ma quando nominava il lupo accadeva qualcosa nella sua voce, come se rimanesse sospeso nel tempo e nello spazio.

 

Fare parte del Consiglio Direttivo di un’associazione come Io non ho paura del lupo, che promuove la conservazione della specie in Italia e in Europa è una grande soddisfazione ma anche una grande sfida: vuoi raccontare un po’ cosa vuol dire per te?

Fino al 2020 ho vissuto in provincia di Milano. Da allora vivo in Lessinia dove tra una buona parte delle persone che abitano queste zone, il lupo, a causa delle predazioni sul bestiame, è considerato un grande problema. Il mio intento è quello di piantare semi, con un dialogo e un confronto gentile e regolato, che forse non vedrò mai germinare, ma la speranza è che il ruolo importante a livello ecologico che questo animale ha, ad un certo punto venga compreso, appreso e accettato. Il lupo non va né amato né odiato, ne va semplicemente riconosciuta l’importanza. Ma per fare questo, a monte, si dovrebbe nutrire un sentimento di rispetto nei confronti della natura tutta e del pianeta Terra.

 

La presenza del lupo in Italia è in costante mutamento, e lo status della specie in Europa ha subito importanti aggiornamenti. Come pensi che si evolverà questa storia?

Attualmente non vedo niente di buono in questa storia, ma proprio niente. Vedo tanta ignoranza nel senso aulico del termine, mancanza di rispetto, di connessione, di senso evolutivo. Il lupo purtroppo non è più un tema scientifico, naturalistico, parlare di lupo oggi significa parlare di politica ed economia. In più c’è anche un aspetto sociale importante, relativo alla percezione di paura che tante persone hanno proprio perché non sono a conoscenza della specie, della sua etologia e biologia. La conoscenza è fondamentale, solo sulla base di questa si possono prendere decisioni, posizioni e fare delle scelte. Ma non tutti si prendono il tempo di informarsi adeguatamente da fonti attendibili e inconfutabili, pertanto molti hanno una visione di questo animale totalmente distorta.

 

Coesistenza: è possibile?

Si, certo. Lo vediamo e assistiamo a situazioni dove la convivenza è possibile, reale, concreta perché semplicemente avviene. C’è chi dice che il lupo è un problema, io dico invece che il lupo è una sfida. È una sfida perché mette in condizione i portatori di interesse, principalmente gli allevatori, a dover cambiare le loro abitudini specialmente in quei luoghi dove da decenni e più non era più presente e dove invece ora è tornato. Chi cambia ottiene buoni risultati riducendo al minimo, se non azzerando, le predazioni. Le condizioni però non sono per tutti uguali, e non c’è una ricetta uguale per tutti e men che meno la bacchetta magica.

 

Che raccomandazioni daresti a chi convive in un’area abitata da lupi, o a chi lavora a stretto contatto con il lupo?

Per una buona coesistenza raccomanderei di evitare comportamenti che possano attirare l’animale, come ad esempio lasciare volontariamente ma anche involontariamente cibo o rifiuti organici a disposizione o facilmente accessibili, ricoverare gli animali la notte, non lasciare il cane alla catena o libero di vagare.

 

Descrivi il lupo con tre parole.

Grande adattabilità, sfida, selvatico.

 

Mistificazione e conflitto: come pensi sia corretto vedere i lupi italici oggi?

Il lupo è il lupo, lo è oggi come lo era ieri. Più che il lupo, dovremmo vedere noi stessi e notare cosa siamo diventati. Chi non è in grado di prendere atto dei cambiamenti e di evolvere con essi, semplicemente non è in contatto con il trascorrere della vita tutta, non solo della propria.

 

Quali sono le più grandi minacce per il lupo italico?

L’ignoranza e la mancanza di rispetto verso una specie che dovrebbe farci sentire orgogliosi che sia ancora e sempre più presente nel nostro paese. Concretamente questo si manifesta con il bracconaggio e tanti altri atti e comportamenti illegali.

 

Vuoi aggiungere qualcosa?

Si. Io sono molto consapevole del fatto che il cambiamento di pensiero e percezione verso questo animale probabilmente non lo vedrò mai nella mia vita, ma continuerò a lanciare semi in giro fiduciosa che attecchiranno.

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