Ricerca sul lupo

Ricerca sul lupo

Nonostante il lupo italico non sia tra le popolazioni più studiate al mondo, la comunità scientifica, composta da ricercatori e tecnici, ha prodotto un gran numero di articoli scientifici su questa specie in Italia.

Dai primi studi sul comportamento e sull’alimentazione negli anni ’70 e ’80, alle tecniche più recenti come l’uso di radiocollari e l’analisi di campioni fecali e carcasse, permettono di comprendere maggiormente il ruolo di questa specie nell’ambiente, i suoi adattamenti, ed eventuali minacce.

Studiare i lupi è utile non solo per proteggerli, ma anche per trovare i giusti mezzi per una migliore convivenza con questo predatore.

La lupa Ginevra con radiocollare, riabilitata e liberata dopo un incidente stradale. Delta del Po (Emilia Romagna). Agosto, 2021. Foto Gianluca Damiani ©
La lupa Ginevra con radiocollare, riabilitata e liberata dopo un incidente stradale. Delta del Po (Emilia Romagna). Agosto, 2021. Foto Gianluca Damiani ©
Un giovane lupo attraversa un crinale al tramonto. Sirente-Velino (Abruzzo). Novembre, 2023. Foto Gianluca Damiani ©
Un giovane lupo attraversa un crinale al tramonto. Sirente-Velino (Abruzzo). Novembre, 2023. Foto Gianluca Damiani ©
La lupa Sibilla durante la cattura e l’installazione del radiocollare. Monti Sibillini (Marche). Dicembre, 2023. Foto Gianluca Damiani ©
La lupa Sibilla durante la cattura e l’installazione del radiocollare. Monti Sibillini (Marche). Dicembre, 2023. Foto Gianluca Damiani ©

Studiare i lupi

Studiare i lupi è fondamentale per comprenderne il ruolo negli ecosistemi e per risolvere il conflitto con l’uomo.

Tuttavia, la loro natura elusiva rende questo compito particolarmente difficile, richiedendo l’uso di metodi, diretti e indiretti, per ottenere informazioni preziose su comportamento e abitudini.

La lupa Ginevra con radiocollare, riabilitata e liberata dopo un incidente stradale. Delta del Po (Emilia Romagna). Agosto, 2021. Foto Gianluca Damiani ©
La lupa Ginevra con radiocollare, riabilitata e liberata dopo un incidente stradale. Delta del Po (Emilia Romagna). Agosto, 2021. Foto Gianluca Damiani ©

Ricerca

Metodi diretti

Telemetria: Possono essere applicati ai lupi per monitorarne i movimenti, l’uso dell’habitat e l’estensione del territorio. Sono anche utili per individuare i siti di riposo, tana e alimentazione. È tuttavia una tecnica molto costosa e implica la cattura dell’animale per installare il dispositivo.

Osservazione diretta: Laddove possibile, si pratica l’osservazione diretta da punti di vantaggio a distanza, che è particolarmente utile per studiare l’etologia dei singoli individui.

Fototrappolaggio: Le fototrappole, strumenti in grado di acquisire in modo automatico foto o video, permettono di ottenere immagini minimizzando lo sforzo di campionamento e il disturbo. Sono utili per studi comportamentali, stime di abbondanza, studi di interazione con altre specie e monitoraggi.

Wolf-howling: Attraverso la stimolazione con ululati, la risposta indotta dei lupi può essere utilizzata per individuare la presenza di branchi, stimarne il numero di individui e accertarne l’avvenuta riproduzione.

Un escremento di lupo, su un arbusto sopraelevato per consentire una maggiore dispersione del segnale olfattivo. Sirente-Velino (Abruzzo). Marzo, 2023. Foto Gianluca Damiani ©
Un escremento di lupo, su un arbusto sopraelevato per consentire una maggiore dispersione del segnale olfattivo. Sirente-Velino (Abruzzo). Marzo, 2023. Foto Gianluca Damiani ©

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Metodi indiretti

Snow-tracking: Questa tecnica può essere utilizzata solo in presenza di abbondanti coperture nevose e sfrutta le impronte lasciate dai lupi nella neve per capire la distribuzione e i movimenti degli individui e stimare la consistenza numerica dei branchi. Seguendo la pista, possono anche essere raccolti campioni di pelo, urina e escrementi.

Analisi degli escrementi: L’analisi degli escrementi di lupo consente di studiare dieta, fisiologia e genetica degli individui. La dieta di un branco, ad esempio, può essere studiata partendo dai resti alimentari rinvenuti all’interno degli escrementi. Al tempo stesso, il sesso, il tasso di ibridazione e il genotipo degli individui possono essere dedotti dall’analisi di escrementi molto freschi. Generalmente possono essere utilizzati due tipi di approcci: il macroscopico, dove i contenuti fecali vengono analizzati visivamente; il microscopico, dove con analisi del DNA si riesce a risalire alle specie presenti nella dieta. Entrambi i metodi hanno alcuni pro e contro: l’approccio macroscopico fornisce un valore quantitativo delle specie presenti nella dieta, ma la determinazione delle specie è sicuramente meno accurata. L’approccio microscopico fornisce invece un valore qualitativo molto accurato, ma ha dei costi molto più alti ma non ci dà informazioni quantitative.

Predazioni: Studiare i resti delle prede dei lupi permette di analizzare le abitudini alimentari, il comportamento di caccia e le preferenze di preda.

Campioni di pelo: Raccogliere il pelo attraverso apposite trappole o lungo una pista di impronte, ci consente di analizzare il DNA dei singoli individui. Ciò fornisce informazioni sui gradi di parentela e sulla struttura del branco.

La lupa Ginevra a circa 4 anni dalla liberazione, senza più radiocollare. Delta del Po (Emilia Romagna). Agosto, 2023. Foto Gianluca Damiani ©
La lupa Ginevra a circa 4 anni dalla liberazione, senza più radiocollare. Delta del Po (Emilia Romagna). Agosto, 2023. Foto Gianluca Damiani ©

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