Storia del lupo

Storia del lupo

Distribuzione storica e scomparsa

Sin dal lontano passato gli umani competono con i carnivori per spazio e risorse. La persecuzione del lupo va avanti quindi da secoli e millenni, mutando entità e forme di questo conflitto.

Sebbene gli antichi romani utilizzassero la lupa capitolina come simbolo di Roma, allo stesso tempo già piazzavano taglie sulla testa di esemplari di lupo in territorio romano.

La storia della sopravvivenza del lupo in Italia è lunga e travagliata e ha radici insediate nel passato.

Un branco di sette lupi in un momento di tranquillità su un crinale appenninico. Sono ben distinguibili il maschio e la femmina riproduttori (a destra) e i giovani dell’anno (a sinistra). Dicembre 2022. Foto Gianluca Damiani ©
Un branco di sette lupi in un momento di tranquillità su un crinale appenninico. Sono ben distinguibili il maschio e la femmina riproduttori (a destra) e i giovani dell’anno (a sinistra). Dicembre 2022. Foto Gianluca Damiani ©
Un lupo attraversa una radura innevata. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Marzo 2018. Foto Gianluca Damiani ©
Un lupo attraversa una radura innevata. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Marzo 2018. Foto Gianluca Damiani ©
Come e quando i lupi hanno ricolonizzato la penisola italiana, nel corso dell'ultimo secolo. Grafico Sarah Droghei - Gianluca Damiani ©

Agli inizi del Novecento il lupo era ampiamente distribuito lungo tutta la penisola italiana, ma i costanti conflitti con l’uomo e l’avvento di metodi più efficaci di cattura e uccisione, portarono ad una graduale eradicazione della specie. Arrivati all’estinzione sulle Alpi e in Sicilia rispettivamente negli anni ‘20 e ’40, i lupi sopravvivevano soltanto lungo la catena appenninica.

Qui, nell’ultima roccaforte selvaggia, rifugio di questa specie, negli anni ’50 la popolazione di lupi è andata a ridursi e frammentarsi fino al 1976, arrivando ad un minimo storico di circa 100 individui in Italia.

Negli anni ´70, le ultime popolazioni di lupo sopravvivevano con pochi branchi sulle montagne d’Abruzzo, in Toscana, forse tra Umbria, Lazio e Marche, e sul massiccio della Sila in Calabria.

Un branco di lupi si muove furtivo all’alba. Marsica (Abruzzo), luglio 2023. Foto Gianluca Damiani ©
Un branco di lupi si muove furtivo all’alba. Marsica (Abruzzo), luglio 2023. Foto Gianluca Damiani ©

Nel corso degli anni, inoltre, le tecniche di monitoraggio del lupo si sono evolute divenendo sempre più precise ed efficaci. Le stime numeriche del lontano passato potrebbero perciò differire fortemente dal numero reale di lupi che vivevano in quegli anni in Italia.

Fino alla metà del secolo scorso, esisteva in alcune aree montane la figura del luparo. Questi cacciatori, in equilibrio tra mito e realtà, avevano il compito di catturare o uccidere i lupi che affliggevano il bestiame. Sulla testa dei lupi c’erano delle vere e proprie taglie e i lupari venivano ricompensati con cibo e doni una volta rientrati in paese con il trofeo della caccia.

Due giovani lupi italici. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, novembre 2019. Foto Gianluca Damiani ©
Due giovani lupi italici. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, novembre 2019. Foto Gianluca Damiani ©
Un branco di quattro lupi nel mezzo di un ampio pianoro Appenninico (Abruzzo). Ottobre 2020. Foto Gianluca Damiani ©
Un branco di quattro lupi nel mezzo di un ampio pianoro Appenninico (Abruzzo). Ottobre 2020. Foto Gianluca Damiani ©

La storia di un ritorno

Dal 1976 il lupo diviene protetto in Italia. Dopo oltre 50 anni dalla descrizione come sottospecie e secoli di persecuzioni, i lupi possono muoversi liberi. Solo negli anni a seguire, attraverso una serie di leggi nazionali e convenzioni internazionali per la tutela della specie, è stato possibile proteggere ulteriormente il lupo ed assistere alla ricolonizzazione del suo antico areale di distribuzione.

Contrariamente a quanto a volte si pensi, infatti, il lupo non è stato reintrodotto o ripopolato. Il processo di espansione della specie è il frutto di una serie di fattori di natura storica e di progetti di conservazione che hanno caratterizzato il contesto ambientale in cui in questi ultimi decenni il lupo italiano si è facilmente adattato.

La protezione della specie, il rinselvatichimento di molte aree rurali, la crescita delle popolazioni di molte delle specie preda, e l’adattabilità del lupo, sono alcuni dei motivi che hanno portato al successo e all’espansione di questa specie in Italia.

Sin dal lontano passato gli umani competono con i carnivori per spazio e risorse. La persecuzione del lupo va avanti quindi da secoli e millenni, mutando entità e forme di questo conflitto.

Sebbene gli antichi romani utilizzassero la lupa capitolina come simbolo di Roma, allo stesso tempo già piazzavano taglie sulla testa di esemplari di lupo in territorio romano.

La storia della sopravvivenza del lupo in Italia è lunga e travagliata e ha radici insediate nel passato.

Quattro cuccioli di lupo giocano e si spostano in un’area selvaggia del territorio del branco. Marsica (Abruzzo), luglio 2022. Foto Gianluca Damiani ©
Quattro cuccioli di lupo giocano e si spostano in un’area selvaggia del territorio del branco. Marsica (Abruzzo), luglio 2022. Foto Gianluca Damiani ©

Dalla metà degli anni ´70, la popolazione italiana di lupo è stata quasi costantemente censita e monitorata, seppur non omogeneamente sul/nel territorio. Grazie a diversi monitoraggi e stime di popolazione a scala nazionale, abbiamo quindi una visione approssimata della presenza del lupo e della sua crescita negli ultimi 50 anni in Italia.

Il lupo è un animale elusivo, notturno e si muove principalmente dal tramonto all’alba, evitando spostamenti in aree aperte nelle ore diurne. I motivi sono molteplici, ma riguardano soprattutto la paura dell’uomo, più attivo di giorno e assente durante la notte. In aree molto tranquille e impervie, come all’interno dei siti di rendez-vous, o intorno alla tana, i lupi sono attivi anche di giorno, sicuri di esser ben lontani dalla presenza degli umani.

Un lupo all’alba sul versante di una valle in Appennino. Marsica (Abruzzo), settembre 2024. Foto Gianluca Damiani ©
Un lupo all’alba sul versante di una valle in Appennino. Marsica (Abruzzo), settembre 2024. Foto Gianluca Damiani - Nicolò Macci ©.
Un lupo in attesa e in ascolto su un ripido pendio. Sirente-Velino (Abruzzo), novembre 2021. Foto Gianluca Damiani ©
Un lupo in attesa e in ascolto su un ripido pendio. Sirente-Velino (Abruzzo), novembre 2021. Foto Gianluca Damiani ©

In passato, durante il periodo di minimo storico della popolazione italiana di lupo, gli ultimi esemplari si sono salvati spostandosi a vivere nelle aree più impervie e remote degli Appennini. Il lupo, se non fosse perseguitato dall’uomo e non si fosse evoluto in questo contesto, sarebbe un animale diurno con predilizione per aree aperte. Boschi, rupi e forre impercorribili sono invece divenuti i rifugi ideale per una specie che teme l’uomo.

Un giovane lupo attraversa un ghiaione scosceso. Sirente-Velino (Abruzzo), agosto 2023. Foto Gianluca Damiani ©
Un giovane lupo attraversa un ghiaione scosceso. Sirente-Velino (Abruzzo), agosto 2023. Foto Gianluca Damiani ©

Di seguito sono riassunti graficamente i dati sulla ricolonizzazione del lupo in alcune regioni italiane. I dati sono già stati pubblicati online e derivano da monitoraggi regionali o nazionali, svolti da regioni, progetti Life e Enti pubblici o privati. Lo scopo di questo grafico è di fornire una visione globale del ritorno del lupo nelle diverse regioni d’Italia, ma i dati potrebbero essere sottostime della reale presenza della specie, su una scala temporale.

Puoi modificare il grafico interattivo cliccando sulla leggenda in alto

*nb: i dati temporali potrebbero essere incompleti e imprecisi, ma servono a dare un’idea di come e quando i lupi hanno ricolonizzato in modo naturale aree diverse d’Italia.

https://www.storiedilupi.com

https://www.seventile.it

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