In molti si interrogano se il lupo rappresenti una vera minaccia per l’uomo. Per rispondere a questa domanda è importante analizzare il suo comportamento. Il lupo è un carnivoro sociale che vive in branchi e si nutre principalmente di ungulati selvatici come cervi, cinghiali, caprioli e camosci. Gli attacchi all’uomo sono estremamente rari e, secondo le testimonianze storiche, si sono verificati principalmente in momenti di fame o a causa di individui affetti da rabbia, condizioni che causano un forte stress nell’animale.
In tempi remoti, è inoltre possibile che siano avvenute predazioni su bambini che, ancora molto piccoli, venivano lasciati soli al pascolo con il gregge mentre i genitori svolgevano lavori più pesanti. In un periodo in cui gli animali selvatici scarseggiavano, è probabile che il lupo abbia indirizzato le proprie predazioni quasi esclusivamente su animali domestici e, talvolta, nel caos della situazione, possa aver attaccato anche qualche giovane pastore. Tuttavia, oltre che a testimonianze incerte, si tratta di situazioni ambientali, storiche e socio-economiche molto distanti da quelle attuali.
Nella maggior parte dei casi, il lupo tende ad evitare l’interazione con gli esseri umani, specialmente in tempi moderni, quando la sua presenza è spesso limitata ad aree remote e selvagge, lontane dalle aree urbane. I casi di attacco a esseri umani sono quindi eccezionali, e non riflettono il comportamento naturale della specie.
La relazione tra l’uomo e il lupo: miti, paure e convivenza possibile
La relazione tra l’uomo e il lupo ha radici che affondano in un passato lontano, spesso avvolto nel mistero. Nonostante non esistano documenti storici che ne testimoniano i primi contatti, è evidente come questa interazione abbia modellato sia l’evoluzione biologica delle due specie sia l’immaginario collettivo. Nel corso dei secoli, l’uomo ha dato vita a miti e leggende che hanno alimentato il fascino e il timore che circondano il lupo. La percezione che oggi abbiamo di questo predatore è per lo più frutto di superstizioni, piuttosto che di una comprensione basata su fatti concreti e conoscenza della specie.
L’influenza della rabbia silvestre sulla paura del lupo
Uno degli elementi che ha contribuito a radicare la paura del lupo è la rabbia silvestre, una malattia mortale che infettava non solo i canidi, come i lupi e le volpi, ma anche gli esseri umani. Questa patologia, che induceva nei soggetti infetti comportamenti aggressivi e imprevedibili, contribuì a creare l’immagine di un lupo insaziabile e pericoloso. Le cronache dell’epoca riportano numerosi casi di attacchi da parte di lupi apparentemente “posseduti” che aggredivano persone anche di giorno e nelle aree abitate. Le vittime di questi attacchi morivano poco dopo sviluppando sintomi psicotici simili a quelli degli animali infetti. In un contesto privo di conoscenze scientifiche, gli attacchi dei lupi venivano facilmente interpretati come il comportamento naturale di una creatura malvagia e incontrollabile.
Un esempio significativo si verificò in Valle d’Aosta nel 1779, nel comune di Aymavilles, quando gli attacchi di una lupa, probabilmente affetta da rabbia, provocarono scompiglio tra la popolazione. Giunto dalla media Valle, l’animale aveva già ferito tre persone a Saint-Marcel, Pollein e Jovençan. L’11 maggio, a Ozein, azzannò undici persone, fra cui una ragazza. In un primo tempo il bilancio sembrò limitarsi ad un alto numero di feriti, ma in pochi giorni emerse una situazione ben più drammatica, con 21 persone morte una dopo l’altra in preda alle atroci sofferenze causate dalla rabbia. All’Archivio Storico Regionale è conservato un intero dossier relativo a questo tragico evento, contenente verbali di sopralluoghi, deposizioni di testimoni e rapporti medici.
Gli attacchi dei lupi all’uomo in Italia negli ultimi decenni
Negli ultimi anni, in Italia si sono verificati alcuni episodi di attacchi da parte di lupi nei confronti degli esseri umani. Nel periodo compreso tra il 2020 e il 2025, sono stati documentati sei attacchi non mortali che hanno suscitato ampio interesse mediatico. Analizzando le dinamiche di questi episodi, si osserva che nel 50% dei casi (tre attacchi su sei) le vittime erano bambini. In altri due casi le persone attaccate stavano praticando jogging o si erano avvicinate intenzionalmente all’animale, arrivando a pochi metri di distanza. In un unico caso l’obiettivo dell’attacco era fermo, ma ha dichiarato che i due lupi erano all’inseguimento di un cinghiale. Cinque casi su sei (l’83%), l’attacco è stato compiuto da un singolo esemplare. In questi eventi, i lupi coinvolti erano animali che sembravano essere abituati alla presenza dell’uomo o influenzati dalla disponibilità di cibo di origine antropica.
Nei giorni precedenti agli attacchi, infatti, questi lupi si aggiravano frequentemente in prossimità di abitazioni e aree antropizzate, senza mostrare paura nei confronti dell’uomo. In quattro degli attacchi, il lupo responsabile è stato catturato e trasferito in un’area controllata. Tutti i lupi osservati in questi sei episodi non presentavano caratteristiche fenotipiche indicative di ibridazione, e in tutti i casi di cattura sono risultati essere esemplari puri.
Una rassegna degli attacchi documentati di lupo all’uomo in Italia
- Otranto (Puglia), 2020: Lupo giovane confidente/condizionato dal cibo dell’uomo, con possibile passato in cattività. La donna attaccata faceva jogging -> Possibile fuga di una potenziale preda oppure azione di gioco -> Nessuna lesione grave riportata dalla vittima.
- Vasto (Abruzzo), 2023: Lupa confidente e ripetutamente osservata in centro abitato. La donna attaccata si è avvicinata molto all’animale su una spiaggia -> Possibile reazione di difesa in situazione estrema (barriere naturali impedivano la fuga).
- Castelnuovo al Vomano (Abruzzo), 2024: Due lupi apparentemente non confidenti rincorrevano un gruppo di cinghiali, durante un’azione di caccia. L’uomo attaccato era chino, fermo e di spalle in un campo -> Possibile errore del lupo nel selezionare una preda, durante la frenesia dell’inseguimento dei cinghiali -> Uno dei due lupi, responsabile dell’attacco, viene allontanato da un cane nei paraggi.
- Finale Ligure (Liguria), 2024: Poche informazioni sull’animale protagonista dell’attacco, ma possibile condizionamento da cibo dell’uomo -> Il bambino attaccato si è allontanato rapidamente e di scatto -> Possibile fuga del bambino ad aver attivato meccanismo preda-predatore o di gioco -> Nessuna lesione grave riportata dalla vittima.
- Roma (Lazio), 2024: Lupa confidente/condizionata al cibo dell’uomo, che frequentava da tempo l’area urbana a Nord-Est di Roma. Il bambino attaccato non era nelle immediate vicinanze di altre persone -> Tentativo di predazione o test?
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Agnone (Molise), 2025: Lupa confidente/condizionata che frequentava da qualche giorno le vie del paese di Agnone. La bambina attaccata ha riportato qualche escoriazione ad una gamba. I Carabinieri Forestali sono intervenuti per la cattura dell’animale.
Alla luce di quanto esaminato, emerge che le interazioni più aggressive con gli esseri umani provengono da animali che sono diventati confidenti. In alcuni casi, l’interazione può assumere anche una dimensione giocosa, mentre, come nel caso ligure, l’essere umano chinato durante un tentativo di predazione su cinghiale, può essere erroneamente scambiato per una specie preda. Per quanto riguarda i lupi abituati alla presenza umana, è importante sottolineare che, in tutti i casi segnalati, la situazione era stata portata all’attenzione delle autorità competenti già da diversi giorni, ma spesso si riscontra un’inadeguata prontezza istituzionale. Un intervento tempestivo è essenziale per prevenire che un singolo individuo “anomalo” possa causare danni irreparabili all’immagine di un’intera specie. La rimozione, o addirittura l’abbattimento, di un individuo problematico non deve più essere considerato un tabù, ma una misura necessaria per la protezione dell’intera popolazione di lupi sulla penisola.
Il fatto evidente è che i casi di interazione tra lupi e umani stiano aumentando anche in Italia, portando ad inevitabili reazioni da parte di animali confidenti o inesperti. L’aumento della popolazione di lupo su tutto il territorio italiano ci mette di fronte all’obbligo di informarci per essere preparati ad una convivenza pacifica, riducendo ogni percentuale di rischio di attacco.
Lupi e convivenza con l’uomo
Nonostante le difficoltà legate alla percezione collettiva del lupo, esistono molti esempi di convivenza pacifica tra questa specie e l’uomo. In diverse parti del mondo, in particolare nelle zone rurali e montane, le comunità hanno imparato a convivere con i lupi. Sebbene occasionalmente il lupo possa predare il bestiame, esistono soluzioni efficaci per minimizzare i conflitti, come l’adozione di recinzioni sicure, l’impiego di cani da guardiania e l’uso di nuove tecniche di protezione del bestiame (collari a ultrasuoni, dissuasori acustici).
L’uomo gioca un ruolo fondamentale nella conservazione della specie. Proteggere gli habitat naturali del lupo e contrastare i fenomeni di bracconaggio sono azioni necessarie per garantire la sopravvivenza della specie che svolge un ruolo cruciale negli ecosistemi naturali, contribuendo a mantenere in equilibrio le popolazioni preda.
In sintesi, la paura del lupo è in gran parte alimentata da miti e pregiudizi, più che da una reale minaccia. Sebbene il lupo sia un predatore e, come tale, possa esibire comportamenti aggressivi in particolari circostanze, la sua interazione con l’uomo è estremamente rara e non rappresenta un pericolo per la nostra sicurezza.
Guardando oltre i miti e i pregiudizi di noi umani, il lupo non è di certo più pericoloso di molte specie più comuni. Solo nel 2024, ad esempio, si sono registrati oltre 10 casi di attacco di cinghiali all’uomo in Italia. Oppure, ogni anno oltre 30 mila persone muoiono vittime di attacchi di cani domestici nel mondo. Ma perché dei cani non abbiamo così paura?
Il lupo è vittima di retaggi culturali e storici importanti, radicati nel nostro passato. Riusciremo mai a interrompere questa catena di pregiudizi?
Solo con rispetto, conoscenza e cooperazione sarà possibile garantire la coesistenza tra le due specie.
Per saperne di più visita le pagine “Conflitto e convivenza” e “Linee guida per convivere”.